Sabato 12 novembre alle ore 18 Paolo Procaccini presenta “Pensieri Xversi”
Dicono di lui:
Luigi de Nardis: Il pregio di questo libro è di aver messo nel conto i problemi sopra evocati. E di aver cercato di risolverli con equilibrio e umiltà… La poesia di Procaccini trova la sua cifra espressiva in quello che definirei un dialetto medio… ricco di una nostalgia del popolare ma fiso agli alti modelli letterali. Far poesia con strumenti così complessi e così compromessi è il rischio che Procaccini ha voluto correre. E i risultati gli danno ragione.

Marcello Teodonio: Questa raccolta articolata e composita ha come comune denominatore, come elemento unificatore, come costante ago di orientamento e di direzione una scrupolosa fedeltà al dialetto romanesco – una fedeltà che vorrei definire esemplare – che l’autore esperimenta in molte (invero quasi tutte) potenzialità…

Lamberto Picconi: Il quadro che è emerso è sicuramente quello di uno scrittore poliedrico, entusiasta del suo vernacolo per lui ragione di vita oltre che motivo di studio storico-letterario e di espressione artistica. Un modo, il suo, di affrontare attraverso il linguaggio, il rapporto con gli altri, con il suo ambiente, con la sua storia, ma anche con la storia in senso lato e con le problematiche dell’uomo nella sua attualità.

Franco Onorati: Va dunque riconosciuta in questa sua nuova impresa una ricca tavolozza di godibili spunti, un armamentario ricco di analisi, che confermano in lui la statura di perspicace testimone del nostro tempo… Il romano Procaccini si guarda attorno in quel macrocosmo che è la sua città e, osservando i comportamenti dei suoi concittadini, una folla che la sua vita pubblica gli offre il vantaggio di frequentare, ne ricava una serie di osservazioni di cui và riconosciuta l’ampiezza di analisi. Secondina Marafini: Gli aforismi romaneschi… scorrono in brevi versi musicali con rime che vanno ad imprimersi nella memoria, di rado con asprezza mentre incontrano la condivisione del lettore… Mostrando echi dei temi già cari ai grandi romaneschi, come ai classici, trasferiscono il sapore della ricca esperienza di chi “sa penzà” ed esaminano l’animo umano e le cose del mondo con moderno realismo, sfumato di ironia.

Ora aspettiamo il vostro parere, un pomeriggio divertente come lo è ogni qual volta Paolo Procaccini presenta un suo capolavoro